08 Dic

Parliamo di Pet Therapy

 

La  Zooantropologia Assistenziale, meglio conosciuta come Pet Therapy è una co-terapia, ovvero una prassi assistenziale che viene in aiuto del fruitore, attraverso la relazione con l’animale,  lavorando in sinergia con le terapie già esistenti.

In Pet Therapy con approccio Zooantropologico, l’animale coinvolto non è “usato”, né uno “strumento” di cui ci si avvale, ma un soggetto pienamente consapevole e cosciente di ciò che fa, opportunamente preparato e certificato, tutelato da un preciso regolamento (Carta Modena 2002)

L’idea che molti hanno di questa co-terapia è errata. Si crede che sia la presenza stessa dell’animale, uno qualsiasi, preferibilmente cucciolo, a fare del bene. Erroneamente si dice che gli animali tutti, suscitino sensazioni positive, che la loro presenza abbassi lo stress, che il contatto con loro aiuti a rilassarsi.

Questo è vero solo in alcuni casi, non certo per partito preso. E’ importante specificare che non è l’animale a far bene, ma è la relazione corretta a promuovere il benessere.

Per ogni obiettivo terapeutico, esiste una “dimensione di relazione” adatta, ovvero un piano comunicativo su cui animale e fruitore si incontrano, producendo attraverso la relazione un effetto beneficiale. La Zooantropologia Assistenziale lavora appunto attraverso e mediante la relazione tra animale e fruitore. Pertanto non si parla di utilizzo di un animale ma di coinvolgimento.

Innanzitutto cosa si intende per “relazione”? In questo caso la relazione tra animale e fruitore è l’incontro-confronto dialogico, un “rapporto” tra i due, che portando sé stessi e le proprie caratteristiche all’interno della coppia, ascoltandosi reciprocamente, mettono a disposizione dell’altro dei contributi.

Gli aspetti e le dimensioni su cui si può lavorare mediante la Pet Therapy sono molteplici: riabilitazione motoria, cura del sé, disturbi di natura psicologica o psichica, depressione, ansia, problematiche dell’area comunicativa o più in generale cognitiva, sindrome di Down, autismo, tossicodipendenze…

Ogni paziente perciò ha un obiettivo specifico in base al quale il team coinvolto stabilisce un programma. Ogni seduta ha il suo micro-obiettivo. Tutto il percorso viene valutato ed organizzato con il coinvolgimento delle figure che già si occupano del fruitore (medici, psicologi, assistenti sociali…) assieme a conduttore ed un’altra figura che si definisce “arbitro di relazione”.

Un animale coinvolto in una seduta di Pet Terapy è sempre guidato da un Conduttore certificato. Durante la seduta il conduttore entra con il cane e grazie all’arbitro, si lavora sull’obiettivo quotidiano. Il cane diventa un compagno ed una motivazione che spinge il fruitore a lavorare sulle sue difficoltà. Ad esempio con una persona anziana con problemi di alzheimer, carezzare un cane rilassato, attiva un flusso di sensazioni e ricordi positivi che diversamente resterebbero dimenticati; si lavora pertanto sulla memoria e sulle sensazioni piacevoli, sull’abbassamento dello stress e della paura, sul conforto di emozioni positive e conosciute.

Gli obiettivi del lavoro che svolge la Pet Therapy sono molteplici ed hanno risultati scientificamente provati.

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